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VIRTU’, BACCO E SAN SEBASTIANO
Giovedì 13 febbraio 2025
ore 18.00
Visita riservata ai soci

Chiesa di San Gottardo in Corte
(Via Francesco Pecorari, 2 – Milano)

Conversazione con il restauratore Eros Zanotti
Con un saluto di
Mons. Gianantonio Borgonovo, Arciprete del Duomo di Milano
Edoardo Croci, Presidente nazionale e della sezione di Milano di Italia Nostra

Seguirà visita al Museo del Duomo

Grazie al contributo della sezione di Milano di Italia Nostra i visitatori del Museo del Duomo di Milano (Piazza del Duomo, 12), potranno nuovamente ammirare tre capolavori in marmo di Candoglia raffiguranti: San Sebastiano, Bacco e Virtù, all’interno del percorso di visita del Complesso Monumentale.

Un restauro “a vista”, condotto in loco, per alcune settimane, all’interno della Sala 7 e realizzato da Magistri S.r.l di Eros Zanotti, su incarico della Veneranda Fabbrica del Duomo, in sintonia con la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano.

Un importante quanto necessario intervento, per restituire la loro bellezza originaria a queste straordinarie sculture, opere del XVI secolo in marmo di Candoglia, utilizzato fin dalla fine del ‘300 dalla Veneranda Fabbrica per la Cattedrale milanese.

In allegato l’invito del Presidente Edoardo Croci

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Italia Nostra sostiene il restauro di tre preziose opere del Museo del Duomo di Milano. Grazie al contributo della sezione milanese dell’associazione, istituita nel 1955 per la salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali del nostro Paese, infatti, da oggi, i visitatori del Museo del Duomo di Milano (Piazza del Duomo, 12), potranno nuovamente ammirare i tre capolavori in marmo di Candoglia raffiguranti San Sebastiano, Bacco e Virtù, all’interno del percorso di visita.

Un restauro “a vista”, condotto in loco, per alcune settimane, all’interno della Sala 7 e realizzato da Magistri S.r.l di Eros Zanotti, su incarico della Veneranda Fabbrica del Duomo, in sintonia con la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano.

Un importante quanto necessario intervento, per restituire la loro bellezza originaria a queste straordinarie sculture, opere del XVI secolo in marmo di Candoglia, utilizzato fin dalla fine del ‘300 dalla Veneranda Fabbrica per la Cattedrale milanese.

Tre sculture e perciò tre storie uniche che scoprono di avere, sulla linea del tempo, un prezioso destino comune: la Sala 7 del Museo del Duomo, dove oggi sono custodite.

«Siamo molto felici del restauro appena concluso sulle tre sculture Bacco, Virtù e San Sebastiano, reso possibile grazie al sostegno di Italia Nostra, al fianco della Veneranda Fabbrica del Duomo già in altre occasioni. Per il Museo del Duomo, è stata un’opportunità importante “ritrovare” la bellezza di tre splendide opere che necessitavano di un intervento di pulitura, per tornare a farsi ammirare in tutto il loro splendore. Un segno concreto di un lavoro costante per la valorizzazione delle collezioni del nostro museo» – dichiara Mons. Gianantonio Borgonovo, Arciprete del Duomo e Direttore dell’Area Cultura e Conservazione della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. Italia Nostra rinnova così un consolidato ed importante legame con la Veneranda Fabbrica del Duomo, alla quale aveva già assicurato il proprio sostegno in occasione del restauro della Porta Pogliaghi (1998) della Cattedrale e per quello del grande Modello ligneo (2006), anch’esso conservato all’interno del Museo del Duomo.

Queste le parole di Edoardo Croci, Presidente nazionale e Presidente della sezione di Milano di Italia Nostra: «Italia Nostra è da sempre impegnata nella tutela e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e artistico del Paese, attraverso una serie di restauri promossi dal Fondo Monti, frutto di un importante lascito testamentario. È la terza volta nella nostra storia che collaboriamo con la Veneranda Fabbrica del Duomo e, questa volta, abbiamo promosso il restauro di tre importanti statue del ‘500 che sono presenti all’interno del Museo del Duomo. Siamo particolarmente orgogliosi di collaborare con la Fabbrica per rioffrire ai milanesi la visione di queste opere».

L’intervento effettuato sulle tre sculture rende così nuovamente accessibile al pubblico una parte importante del patrimonio esposto in Museo, disponibile quest’ultimo anche in una nuovissima versione digitale. L’esperienza di visita prosegue infatti in rete, attraverso il nuovo Catalogo online del Museo del Duomo, composto da 846 schede ricercabili e consultabili direttamente sul sito ufficiale del Duomo duomomilano.it, all’interno della sezione Cultura e Arte.

Uno strumento di ricerca che oltre studiosi ed appassionati coinvolge tutti coloro che desiderano scoprire ed approfondire da remoto le opere custodite o ammirate durante il percorso di visita in Museo.

Il Catalogo, arricchito ogni mese di nuovi contenuti editoriali sulle collezioni, viene inoltre costantemente aggiornato, riconducendovi così tutti gli ultimi interventi effettuati sulle opere o le novità presenti nelle sale, proprio come nel caso delle tre sculture della sala sforzesca.

BACCO, SAN SEBASTIANO E VIRTÙ
Un soldato, un’antica divinità greca ed una Virtù. Così raffigurate, le tre sculture si offrono oggi al pubblico sotto una nuova luce che dona loro la possibilità di essere apprezzate in tutta la loro eleganza: San Sebastiano, giovane soldato dallo sguardo sofferente, condannato per la sua fede ad essere trafitto dalle frecce; Bacco, antico dio romano del vino che nel 2013 scopre ricovero in Museo e la Virtù, forse identificabile con la Prudenza, bellissima nei suoi drappeggi e con lo splendido diadema a sormontarle il capo, rappresentando una delle quattro Virtù cardinali della teologia cattolica.

Tre capolavori scolpiti nel marmo da mani ignote entro la metà del Cinquecento e ispirati alla ripresa dell’antichità classica che in quel periodo coinvolge anche gli artisti attivi nel cantiere della Cattedrale milanese, anche con soggetti curiosi e profani, quali ad esempio proprio Bacco.

San Sebastiano
Scultore ignoto, primo decennio del XVI secolo
Proveniente da un finestrone dell’area absidale del Duomo, il San Sebastiano è stato ricondotto a uno scultore milanese attento alle novità di Cristoforo Solari: scultore e architetto del Canton Ticino, grazie alla sua produzione contribuì a traghettare la scultura e l’architettura lombarde, ancora legate alla tradizione locale, verso il classicismo già in auge a Venezia, Mantova e Roma. Sebastiano, martire del IV secolo, è raffigurato come un giovane dallo sguardo sofferente, poggiato contro un tronco e coperto da un tralcio di vite che gli cinge i fianchi. Sul suo corpo sono visibili tre fori, dove originariamente erano inserite altrettante frecce metalliche.

Il San Sebastiano presenta riferimenti stilistici che richiamano due sculture eseguite da Solari per la Cattedrale: l’Adamo (1502-1503) e la Sant’Elena (secondo decennio del Cinquecento), dalle quali riprende rispettivamente il tralcio di vite e la capigliatura con lunghi boccoli. Entrambe le opere sono esposte in Museo nella sala del classicismo lombardo (n. 8).

Bacco
Scultore ignoto, quarto decennio del XVI sec. circa
Raffigurante il dio romano del vino, la scultura si trovava in origine sul capitello di un pilone del Duomo. Bacco è rappresentato come un giovane dalla corta chioma ricciuta e la muscolatura rilevata, con lo sguardo rivolto verso il bicchiere tenuto in alto nella mano destra. Il braccio sinistro è invece appoggiato al fianco corrispondente.

Coperto solo da un serto di pampini che gli cinge i fianchi, Bacco risulta stante su un basamento circolare; dietro la gamba sinistra si trova un tronco d’albero di sostegno.

Secondo gli studiosi, l’ignoto autore dell’opera potrebbe essere uno scultore lombardo di formazione centro-italiana, attento alla statuaria antica ma anche all’interpretazione che ne offrivano gli artisti della cerchia michelangiolesca: la posa del Bacco riecheggia infatti quella dell’omonimo capolavoro giovanile di Michelangelo (1497) oggi al Museo del Bargello di Firenze, seppure priva di quell’abbandono all’ebbrezza e di quel languore che caratterizzano l’androgina divinità del maestro.

Virtù (Prudenza)
Scultore ignoto, primi decenni del XVI secolo
La scultura è forse identificabile con la Prudenza, una delle quattro Virtù cardinali della teologia cattolica insieme a Giustizia, Fortezza e Temperanza. L’opera esposta in Museo la rappresenta come una donna imponente dallo sguardo assorto, rivolto verso la sua sinistra.

I lunghi capelli, suddivisi in due bande sulla fronte, sono sormontati da un diadema.

Stante su un basamento poligonale e abbigliata con una tunica e un manto dagli ampi panneggi, in origine la figura teneva fra le mani due oggetti, oggi non identificabili perché lacunosi.

Proveniente da un finestrone del tiburio del Duomo e ricondotta dagli studiosi a un ignoto scultore, sul piano stilistico la Prudenza è espressione di un linguaggio classicheggiante, introdotto in Cattedrale da scultori come Benedetto Briosco, Cristoforo Solari e Andrea Fusina.

IL RESTAURO AL SERVIZIO DELL’ARTE
Come accade per la maggior parte delle opere esposte all’esterno del Duomo di Milano, San Sebastiano, Bacco e Virtù, oggi custoditi negli spazi del Museo, furono soggetti per secoli agli effetti dell’azione degli agenti atmosferici e dell’inquinamento: il più evidente la perdita del caratteristico candore rosaceo del marmo di Candoglia, coperto quest’ultimo da accumuli di particellato, croste nere e depositi superficiali.

La situazione conservativa delle tre figure ha così rappresentato una validissima occasione per operare, oltre che con le più tradizionali tecniche di pulitura mediante impacco, attraverso l’innovativo intervento del laser.

La nuova strumentazione permette infatti di poter intervenire in sicurezza, puntualmente ed a distanza, evitando la diretta azione meccanica sull’opera. Questo consente una nuova leggibilità di tutti quei dettagli e finiture dell’aspetto originario prima celati, restituendo così al San Sebastiano, al Bacco e alla Virtù la loro identità artistica.

Per la foto: copyright ©Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano

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GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO 2020 – APERTURA STRAORDINARIA DEGLI SCAVI E RITROVAMENTI DELL’ANFITEATRO ROMANO
Sabato 10 ottobre la Soprintendente Arch. Antonella Ranaldi ha accompagnato il Presidente della Sezione di Milano di Italia Nostra Edoardo Croci, il Vicepresidente Umberto Vascelli Vallara ed alcuni Consiglieri, ad una visita inaugurale dell’Anfiteatro di Milano. Un progetto straordinario per ricostruire, in una chiave naturale, l’Anfiteatro romano.

La nostra Sezione ha contribuito economicamente allo scavo archeologico utilizzando le risorse per resaturi Fondo Monti e durante la visita il Presidente Edoardo Croci è intervenuto raccontando le motivazioni per la quale Italia Nostra ha deciso di supportare e finanziare il progetto.

Guarda l’intervista del Presidente

Il Fondo Monti, denominato “FONDO ENZO MONTI per i beni culturali”, dal 1995 ha come scopo la tutela dei beni culturali e il restauro di opere d’arte e architettoniche di Milano e Provincia.
Sul sito tutte le informazioni sui nostri restauri.

Fondo Enzo Monti

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Il Fondo Monti per il Museo Bagatti Valsecchi

Continuano i lavori di restauro del soffitto della biblioteca, uno degli ambienti più suggestivi del Museo. Si tratta di un intervento importante che dovrebbe concludersi prima dell’estate, restituendo così il magico soffitto stellato con i suoi colori accesi e i suoi disegni originali.

Questo meraviglioso restauro, come ricorderete, è finanziato dalla Sezione milanese di Italia Nostra grazie al Fondo Monti.

Scopri il Museo

 

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Dall’8 al 20 ottobre, nella sala XVIII della Pinacoteca di Brera, sarà esposta la grande tela di Benvenuto Tisi detto il Garofalo raffigurante la Crocefissione con la Vergine, la Maddalena e i santi Giovanni Evangelista e Vito, datata 1522 e di recente oggetto di un accurato intervento di restauro che ne ha riportato in luce le finezze cromatiche e molti particolari prima offuscati da strati di depositi e patinature antiche.
Benvenuto Tisi, detto il Garofalo, fu attivo alla corte di Ferrara per il Duca Ercole I d’Este e poi per Alfonso I d’Este, ma la sua produzione più cospicua fu quella per la committenza religiosa e per l’alta e colta aristocrazia cittadina, tra cui il notissimo Antonio Costabili. Garofalo fu soprannominato dalle fonti il “Raffaello ferrarese” per l’influenza che sul suo stile esercitò Raffaello, specie dopo un viaggio a Roma nel 1512, effettuato insieme al Duca Alfonso I. Soprattutto nella tecnica esecutiva, l’artista risentì molto del modus operandi di Dosso Dossi, pittore della corte estense con il quale collaborò nell’esecuzione dello straordinario Polittico Costabili della Pinacoteca di Ferrara, come pure della raffinata cromia dei dipinti di Giorgione e Tiziano.
La Pinacoteca di Brera ha realizzato il restauro, avalendosi della restauratrice Delfina Fagnani, grazie ad Italia Nostra, che ha indirizzato la scelta dello sponsor Tigotà.

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Esempio di archeologia “green”: verranno piantumati 105 nuovi alberi e 1700 siepi

Nella Milano romana, poco fuori l’antica Porta Ticinese, si trovava un anfiteatro grande quasi come il Colosseo, 155 metri per 122, alto 36. Fu smantellato, com’è provato dai suoi blocchi di pietra, reimpiegati come platea di fondazione della vicina Basilica di San Lorenzo.

Un parco urbano di archeologia green permetterà di ampliare e valorizzare quest’area: il progetto prevede, oltre alla nuova fase di scavi, la successiva ricostruzione “evocativa” dell’antico impianto dell’anfiteatro in un viridarium Amphitheatrum naturae in perfetta simbiosi fra vegetazione e ruderi.

Ha dichiarato Edoardo Croci, Presidente di Italia Nostra, sezione di Milano: “Italia Nostra è da sempre impegnata nella tutela del patrimonio culturale e naturale dell’Italia. In questa logica siamo attenti alla trasformazione urbana sostenibile di Milano, dove il futuro richiede anche la valorizzazione del passato. Il nuovo parco dell’anfiteatro romano con la sua impostazione innovativa consente di realizzare un parco archeologico non separato dalla città, ma pienamente integrato e vivibile con un approccio di “archeologia green”. Saremo ancora una volta accanto alla Soprintendenza, accompagnando il processo anche con un contributo per le attività di divulgazione grazie al nostro fondo Monti, con il quale abbiamo anche finanziato l’indagine diagnostica della Sala delle Asse del Castello Sforzesco di Milano, che ha portato al recupero degli affreschi di Leonardo Da Vinci, da pochi giorni riaperta al pubblico”.

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La sezione Italia Nostra di Milano, fin dalla sua fondazione, ha contribuito a importanti restauri di beni artistici e culturali nell’area di Milano (restauri 1969 – 1997).

Dalla metà degli anni ’90 questa attività è stata rafforzata con la costituzione del FONDO ENZO MONTI che per volontà testamentaria legava i beni immobili lasciati ad Italia Nostra alla realizzazione di restauri significativi. Questo indirizzo, oltre che assolvere alla volontà espressa, è in linea con lo Statuto dell’Associazione.

Italia Nostra, sezione di Milano nel 1995 ha così deliberato all’unanimità “di costituire un Fondo rappresentato dai proventi netti degli immobili descritti nel testamento. Tale Fondo destinato alla tutela dei beni culturali e al restauro di opere d’arte e architettoniche di Milano e della Provincia di Milano, è denominato “FONDO ENZO MONTI per i beni culturali”.

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Riapre oggi al pubblico la Sala delle Asse del Castello Sforzesco di Milano, in occasione dei festeggiamenti per i 500 anni dalla morte di Leonardo, dopo svariati anni di chiusura per il cantiere di restauro. L’avvio dell’attuale restauro si deve al Soprintendente del Castello Sforzesco, Claudio Salsi, che raccolse nel 2006 l’allarme lanciato da Maria Teresa Fiorio, allora direttrice delle Civiche Raccolte d’Arte, per le diffuse efflorescenze saline che stavano cancellando la decorazione a tralci di gelso della sala.

“Ringraziamo il Soprintendente Salsi per aver gentilmente ricordato il contributo di Italia Nostra al restauro di questa sala,” dichiara Edoardo Croci, presidente di Italia Nostra Milano. “Fu proprio grazie a un’indagine diagnostica finanziata da I.N., assegnata ad Anna Lucchini con la supervisione dell’Opificio delle Pietre Dure (OPD) di Firenze, che si riuscì a stabilire l’avanzamento del degrado ma anche la presenza di tracce di pittura originale sotto le diffuse ridipinture. Le prime indagini condotte durante questo cantiere di studio rivelarono l’esistenza di frammenti di disegno preparatorio di grande interesse scientifico e storico.”

Grazie all’esistenza del Fondo Enzo Monti, in cui sono confluiti i lasciti testamentari donati a Italia Nostra per la tutela dei beni culturali e il restauro di opere architettoniche di Milano e provincia, la Sezione di Milano di Italia Nostra ha potuto finanziare il cantiere di studio della Sala delle Asse e ha realizzato negli ultimi venti anni più di trenta restauri di diverse opere di notevole interesse storico e artistico.

Mariarita Signorini – Presidente Nazionale Italia Nostra

Edoardo Croci – Presidente Italia Nostra Milano

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